La Lazio è la sua attuale squadra e lui vuole rimanere in maglia biancoceleste per molto tempo ancora. Stiamo parlando dell'attaccante Joaquin Correa che nel corso delle sue stagioni a Formello ha capito quanto forte sia diventato il legame con la maglia che indossa oltre che con la tifoseria degli aquilotti.

Proprio l'attaccante ha spiegato: "Sono nato a Juan Bautista Alberdi, ho lasciato casa a 11 anni. Sono felicissimo che il percorso mi abbia portato qua a Roma. A 19 anni sono venuto in Italia la prima volta, in Argentina ho lasciato tanti ricordi. Lì ci sono gli amici di sempre, quando posso li vado a trovare così come la mia famiglia. Giovavamo per strada da piccoli, non si possono dimenticare certe cose. Tornare a casa è sempre un piacere. Da piccolo mi piaceva il tennis, però era uno sport caro per la nostra famiglia, mio padre mi disse di scegliere, ma io avevo sempre il calcio in testa. È sempre stata una passione, mi svegliavo con il pallone, non ho mai pensato a una cosa diversa per la mia vita".

La punta laziale ha anche aggiunto: "In Italia le persone sono calorose come in Argentina. Quando sono arrivato a Roma c’era tanta gente ad aspettarmi all’aeroporto, questo ti dà la voglia di ricambiare l’affetto. È stato importante per me. Ora mi sento più leader di quando sono arrivato, i compagni col tempo mi hanno dato sempre più carica. Ho avuto la possibilità di crescere, adesso mi sento molto più importante di qualche anno fa. Poi non so per qualcuno cosa significhi essere leader… Io cerco sempre di prendermi le responsabilità quando gioco. Credo di essere cresciuto molto. Con il calcio sogno tutti i giorni, per esempio di vivere altri momenti belli. Fuori dal campo mi auguro di essere per sempre me stesso, lo stesso ragazzo con tante ambizioni e voglia di vincere. Lotito? Il presidente ci è vicino, quando abbiamo vinto era lì. Ci dà carica, a volte ne abbiamo bisogno. In questi anni anche lui ha vinto tanto, ha meriti su tante cose".


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