Il futuro è dietro l'angolo, ma non per Roberto De Zerbi. L'allenatore del Sassuolo sta tenendo lontano le sirene del mercato che continuano a darlo come possibile partente dall'Emilia. Si tratta di una possibilità visto che tra le ipotesi vi è anche quella di proseguire nel lavoro avviato sotto la famiglia Squinzi.

E proprio di Giorgio Squinzi, venuto a mancare prematuramente, ha voluto parlare De Zerbi: "Le sue parole ti penetravano, ti contagiavano. Quando ci siamo conosciuti mi disse 'Roberto ti chiedo di vedere la squadra giocare bene e di attaccare'. E questo mi rimbomba ancora nelle orecchie. Fare l'allenatore è pesante nel senso che ti assumi delle responsabilità che a me piace portare a termine e quando penso al Dottore mi dico che sto rispettando quella parola che avevo dato e che sto rispettando la responsabilità presa".

L'allenatore, molto legato alla piazza neroverde, ha anche aggiunto: "Critiche e complimenti? Le guardo tutte, mi fanno arrabbiare, ne tengo conto. Sono distruttive, fatte da invidiosi e da gente che critica per partito preso. Cerco di farmi una corazza per andare avanti perché oggi il mondo del fai e disfa in 5 minuti, quando va bene è tutto dovuto e quando va male sei l'unico capro espriatorio. Questo è uno degli aspetti dove sono diventato più riflessivo. I complimenti dei colleghi, di gente di calcio, come Guardiola, Sarri, Rummenigge, mi hanno fatto molto molto piacere".
 


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