Lorenzo Insigne, che al termine della stagione lascerà Castel Volturno per trasferirsi ai Toronto FC, ha voluto dire la sua dopo la decisione, amara, di lasciare Napoli e il Napoli. Lo scugnizzo numero 24 ha evidenziato: "Ho un carattere particolare. So scherzare con tutti, ma all'inizio tengo le distanze. Per alcuni tifosi è superbia, sembra che me la voglia tirare. È solo un atteggiamento di difesa. Qualcuno non mi ha mai compreso al 100 per cento. Chi mi conosce davvero, sa come sono fatto".

Insigne ha anche rivelato: "La gente si è sempre aspettata tanto da me. Ho cercato di ricambiare. Ho avuto degli screzi qualche volta coi tifosi e mi dispiace. Un capitano è un garante per le persone che amano la squadra, io credo di aver sempre assicurato che il Napoli non venisse meno all'impegno in campo".

Il giocatore ha anche aggiunto: "Il più grande pregiudizio nei miei confronti è stato l'altezza. La mia scuola calcio era affiliata al Torino, mi fecero firmare una carta che a 14-15 anni sarei andato da loro per un provino. Partii, feci due-tre allenamenti, giocai una partita e mi dissero: sì, bravo, ma onestamente ci aspettavamo che crescessi. Mi mandarono a casa, e la stessa cosa successe all'Inter. L'unico che ha creduto in me è stato Peppe Santoro, al settore giovanile del Napoli. Credo che la situazione sia cambiata. Quando ero bambino, c'erano società che prendevano ragazzi senza che sapessero palleggiare. Bastava che avessero il fisico. Ora mi pare ci siano più opportunità, anche per esordire a diciotto o diciannove anni. Se uno ha qualità, deve andare in campo". 
 


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