Il Sassuolo Femminile è pronto a ripartire da una certezza, la presenza in panchina di uno dei tecnici più preparati dell'intera Serie A, Gianpiero Piovani. Lui, classe 1968 di Orzinuovi, come un certo Cesare Prandelli, ha già fatto capire di avere tutte le qualità per emergere sempre più, ma il suo obiettivo è quello di continuare a dare il proprio meglio dove si trova attualmente. Il tecnico della squadra neroverde emiliana si è concesso per una intervista esclusiva ai nostri microfoni. Le sue ammissioni fanno comprendere il forte legame con il mondo del calcio femminile, un legame iniziato ai tempi del Brescia Femminile. Il tecnico ha risposto a dieci domande sul calcio femminile e non solo. Dieci domande a Giampiero Piovani, tecnico del Sassuolo Femminile: Mister è alla guida del Sassuolo Femminile dal 2018. Ci racconta come è nato il matrimonio con la società neroverde? Dopo la mancata iscrizione del Brescia, dopo quel campionato fantastico con quelle giocatrici fantastiche, personalmente sono dovuto ripartire da zero. Quando le altre società hanno saputo che non sarei rimasto al Brescia ne mi sarei trasferito al Milan, sono stato contattato da Verona e Sassuolo, e quella che mi ha impressionato maggiormente, a livello di strutture, di prospettiva e di progetto femminile è stato proprio il club emiliano. E' nato tutto da lì. Inizio il terzo anno al Sassuolo e sto facendo un percorso di crescita personale, ma anche insieme al club che crede molto nel movimento del calcio al femminile e lo sta dimostrando giorno dopo giorno. Il club è costantemente al lavoro per migliorarsi. Lei sta lavorando per dare il massimo. Questo Sassuolo potrà arrivare a dare ancora più fastidio alle big del campionato? Dobbiamo. Mai mollare, è il mio motto. Dobbiamo sempre cercare di fare qualcosa di più. Logicamente non sempre ci si riesce ma dobbiamo provarci. Di sicuro quest'anno abbiamo un vantaggio perchè abbiamo riconfermato quasi tutta la squadra dello scorso anno. Vero che abbiamo perso giocatrici importanti, in primis Sabatino che ci garantiva diversi gol, ma abbiamo preso delle ragazze giovani e di prospettiva e dobbiamo essere bravi a livello di staff per farle crescere bene tutte insieme. Ci racconta il suo pensiero sulla crescita della società? Diciamo che il progetto del Sassuolo non finirà sicuramente il prossimo anno. Anzi, posso dire che è appena iniziato e c'è un percorso di due-tre anni per sviluppare un progetto importante, per creare una base concreta così come sta accadendo a livello maschile. Non giochiamo perchè siamo in serie A, giochiamo per ottenere sempre il massimo, e dopo il quinto posto ora l'obiettivo è il quarto pur sapendo che le squadre davanti a noi si sono rinforzare con acquisti importanti, senza dimenticare che dalla B sono salite due realtà come Napoli e San Marino che vorranno fare bene. Quindi posso sottolineare che si annuncia un campionato avvincente e combattuto. Dovremo essere bravi noi a dare il massimo e a crescere ancora. Cosa si aspetta dal movimento del calcio femminile nei prossimi anni? Il 2022 sarà l'anno del professionismo in Serie A, come potrebbero cambiare le cose? A mio avviso se non ci fosse stata la pandemia si sarebbe potuto anticipare il professionismo di un anno, ma visto questo inaspettato fermo è giusto che si parta un anno dopo. Le ragazze lo meritano. Ci aspettiamo che ci sia lo stesso rispetto che c'è a livello maschile, che ci sia un equilibrio giusto tra quello che è il calcio maschile e femminile perchè le ragazze non hanno niente da invidiare ai ragazzi. Le ragazze non vogliono gli stessi guadagni dei maschi, ma vogliono essere professioniste ed essere rispettate per quello che sono e che fanno. Fino a due anni fa io avevo ragazze che lavoravano e che mi chiedevano di arrivare un po' dopo o andare via un po' prima: è chiaro che così diventava tutto difficile perchè i rimborsi erano miseri e serviva loro un lavoro per mandare avanti la famiglia. Il Sassuolo ha fatto la scelta di portare giocatrici con uno stipendio più elevato per permettere loro di essere solo calciatrici senza essere così costrette a fare lavori secondari. Ad oggi non sono professioniste, ma fortunamente dal 2022 avranno finalmente il giusto riconoscimento. Ci racconta una sua settimana tipo con il Sassuolo Femminile? Noi da quest'anno passeremo da 5 a 6/7 allenamenti settimanali più la partita, una settimana piena e ricca di situazioni che si andranno a creare giorno dopo giorno. Se giocheremo di Sabato, il Lunedì pomeriggio ci sarà un allenamento di introduzione a quella che sarà la settimana, il Martedì avremo il lavoro in palestra al Mapei Football Center di Sassuolo poi il pomeriggio allenamento sul campo a Reggio Emilia, il Mercoledì pomeriggio una partita con la nostra squadra Primavera per coinvolgere anche le ragazze più giovani, Giovedì allenamento doppio prima a Sassuolo poi a Reggio Emilia, il Venerdì giornata di rifinitura e sabato in campo per la partita: se si gioca la Domenica, il Sabato si sfrutta per il viaggio o per lo scarico per la partita. Il Sassuolo nella passata stagione ha fatto vedere ottime cose e quest'anno la dirigenza sta cambiando molto? Pensa che il nuovo gruppo potrà ambire alle prime 5 posizioni della classifica? Noi ce lo auguriamo. Tutte le squadre si stanno attrezzando. Il Direttore Terzi mi ha accontentato: abbiamo perso giocatrici importanti come Grace Cutler, come Molin, come la stessa Sabatino, ma abbiamo cercato di prendere giocatrici per sostituire tutte le ragazze che sono partite. Ora dovrebbe arrivare la messicana Fuentes che è una buona giocatrice, però mettere una calciatrice che arriva da un'altra realtà in un diverso contesto non è mai semplice. Abbiamo osservato il suo percorso al Club America e devo ammettere che stava facendo benissimo. Abbiamo preso una giocatrice come Parisi che può dare qualità ed esperienza in mezzo al campo, perchè la nostra squadra lo scorso anno era forse la più giovane. La stessa Pirone davanti è un calciatrice esperta. Spero che arrivi una come esterno di sinistra perchè li abbiamo bisogno di un rinforzo. Poi solo con il lavoro si può capire dove questo Sassuolo potrà arrivare. Il vantaggio è che abbiamo riconfermato tante giocatrici giovani dello scorso anno che sono qui già da due anni e quindi questa per noi potrebbe essere una base solida sulla quale lavorare. Che differenze ha trovato passando dal calcio maschile a quello femminile? La differenze è solo la forza. Per il resto a livello tecnico le ragazze non hanno niente da invidiare ai maschi. Per quel che riguarda l'abnegazione sono avanti anni luce perchè loro fanno tutto subito. Le ragazze hanno esigenze 'femminili', ma al momento opportuno lo fanno sempre presente quindi so che se quel dato giorno una ragazza se ha problemi io cerco sempre di mediare. In campo invece si tratta solo di un discorso di forza, perchè l'uomo è superiore. Le calciatrici si applicano con grande determinazione cercando sempre di fare il massimo. Ci dice, dal suo punto di vista, quale qualità ha trovato nelle ragazze che manca nel calcio maschile, sempre che ci sia? Fare l'allenatore del femminile è molto gratificante perchè loro sono molto ricettive e non ti tradiscono mai. Quando propongo registrazioni tecniche le giocatrici difficilmente sbagliano, fanno bene fin da subito. C'è chi è più o meno pronta a livello tecnico, ma difficilmente le cose devo ripeterle perchè sono sempre concentrate al massimo. Nella stagione 2017-2018 è stato insignito della Panchina d'Oro. Cosa ha provato al momento della premiazione? L'aver vinto la Panchina d'Oro per me è stata una sorpresa perchè era il primo anno che allenavo nel femminile. Avere ricevuto tante gratificazioni da parte di colleghi di serie A e serie B dopo il lavoro fatto con il Brescia per me è stata una grande sorpresa. Quando ho ritirato il premio ho ringraziato tutti perchè era una soddisfazione enorme. Ho ricevuto complimenti importanti ed è stato molto gratificante e ammetto che parlarne anche ora mi fa venire la pelle d'oca. Devo dire che è stato uno stimolo per andare avanti. Io sto bene dove sono e fino che mi sarà data la possibilità di lavorare con le ragazze lo farò cercando sempre di fare meglio. Adesso il calcio femminile è in crescita e ho avuto fortuna di avere trovato il presidente del Brescia Cesari e l'allora Direttore sportivo che mi hanno introdotto in questo bellissimo mondo, che ancora oggi sto vivendo con grande umiltà e tanto entusiasmo. Il futuro del calcio femminile appare roseo, ma per vedere una squadra di calcio italiana trionfare a livello europeo quanto tempo servirà? Vedendo il mondiale ci siamo vicini, ma non vicinissimi. Dobbiamo lavorare ancora molto. Noi abbiamo lo svantaggio di essere partiti dopo gli altri paesi. All'estero hanno lavorato su basi solide facendo diventare le giocatrici subito atlete. Fino a tre-quattro anni fa le giocatrici del campionato italiano erano meno atletiche, oggi invece le ragazze lavorano a tutto tondo per essere professioniste. Francia, Germania, Inghilterra, Olanda e Spagna sono partite anni prima rispetto a noi, ma le stiamo raggiungendo. A livello di Champions ricordo con piacere un Ajax-Bresia e poi Brescia-Ajax quando ero allenatore; in Olanda perdemmo 1-0, ma al "Rigamonti" ribaltammo il risultato vincendo 2-0 e superando il turno. Allora le possibilità che ci davano erano dell'1%, ma poi il passaggio del turno diventò realtà regalandoci grande gioia e soddisfazione. Secondo me comunque siamo vicini dal vincere a livello europeo, dobbiamo lavorare molto, ma in Italia non non abbiamo nessuna paura di lavorare. Se poi questo possiamo chiamarlo un lavoro, perchè secondo me questo è un divertimento. Dico solo che quando ci siamo ritrovati con le ragazze a loro ho detto che devono divertirsi perchè il divertimento è quello che porta a far crescere l'autostima. Se durante gli allenamenti fai tutto con grande entusiasmo e passione questo ti porta ad essere squadra e a vincere. Un ringraziamento a mister Piovani e all'ufficio stampa del Sassuolo Femminile che ha permesso questa intervista. (Intervista a cura di: Simone Beltrambini)

💬 Commenti